Gli esosomi sono un sottogruppo di vescicole extracellulari rilasciate dalle cellule e rilevabili in tutti i fluidi corporei. Il loro rilascio e il loro carico sono influenzati dal microambiente cellulare, rispecchiando così la condizione fisio-patologica della cellula/organo di origine. La concentrazione e il carico degli esosomi plasmatici rilasciati durante l’infarto miocardico con elevazione del tratto ST (STEMI) riflettono bene la progressione clinica della malattia, suggerendo il loro potenziale come biomarcatori. La risonanza magnetica cardiaca (CMR) rileva con precisione il danno miocardico indotto dallo STEMI, attraverso diversi parametri tra cui l’ostruzione microvascolare (MVO) e l’indice di salvataggio del miocardio (MSI) che sono in grado di predire il recupero funzionale e il rischio di futuri eventi cardiovascolari. Tuttavia, la CMR non è sempre applicabile per motivi di costo e disponibilità.
Obiettivi
Lo scopo del nostro studio è valutare se gli esosomi plasmatici, in particolare gli esosomi rilasciati dalle piastrine, siano in grado di riflettere il danno miocardico rilevato dalla CMR dopo lo STEMI.
Metodi
Sono stati arruolati quarantadue pazienti con STEMI, sottoposti a CMR entro 1 settimana e contemporaneamente è stato raccolto un campione di sangue. Gli esosomi plasmatici sono stati isolati con kit commerciali, la loro concentrazione e distribuzione dimensionale sono state determinate mediante Nanoparticle Tracking Analysis (NTA) con lo strumento NanoSight NS300 e l’espressione di GPIIbIIIa è stata valutata mediante un kit ELISA.
Risultati
I pazienti con STEMI anteriore e quelli con rivascolarizzazione tardiva (>3 ore dall’inizio dei sintomi) hanno mostrato un numero maggiore di esosomi plasmatici circolanti (p<0,001 e p<0,05, rispettivamente). La dimensione degli esosomi era minore nei pazienti con MVO (p< 0,01) e MSI< 0,5 (p< 0,05). Allo stesso modo, l’espressione del marcatore piastrinico GPIIbIIIa era più basso nei pazienti con STEMI anteriore (p< 0,01) e MVO (p< 0,05). In particolare, tramite analisi ROC ha dimostrato che l’espressione di GPIIbIIIa e la dimensione degli esosomi erano in grado di discriminare significativamente i pazienti con e senza MVO, con aree sotto la curva che andavano da 0,70 a 0,77.
Conclusioni
Il risultato principale del nostro studio è che il profilo degli esosomi plasmatici è in grado di riflettere il danno miocardico valutato dalla CMR dopo lo STEMI. In particolare, la dimensione degli esosomi e l’espressione del marcatore piastrinico GPIIbIIIa sono indipendentemente associati all’ostruzione microvascolare. Futuri studi con popolazioni più numerose sono necessari per confermare il ruolo degli esosomi nella stratificazione del rischio dopo STEMI.
Fonte:
Plasma Exosome Profile in ST-Elevation Myocardial Infarction Patients with and without Out-of-Hospital Cardiac Arrest
Marta Zarà, Jeness Campodonico, Nicola Cosentino, Maria Luisa Biondi, Patrizia Amadio, Gloria Milanesi, Emilio Assanelli, Silvia Cerri, Marco Biggiogera, Leonardo Sandrini,Calogero Claudio Tedesco, Fabrizio Veglia, Daniela Trabattoni, Fabio Blandini,Elena Tremoli,Giancarlo Marenzi and Silvia S. Barbieri.